mercoledì 9 aprile 2014

"LA MACCHINA CHE DIVORA LA VITA UMANA"

L'uomo che prima, poeta, deificava i suoi sentimenti e li adorava, buttati via i sentimenti, ingombro non solo inutile ma anche dannoso, e divenuto saggio e industre, s'è messo a fabbricar di ferro, d'acciajo le sue nuove divinità ed è diventato servo e schiavo di esse.
Viva la Macchina che meccanizza la vita!
[...] Neppure all'altezza d'un palo telegrafico. [...]
Che volete farci? Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare. Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina. L'anima in pasto, in pasto la vita, dovete dargliela voi signori, alla macchinetta ch'io giro"
Passi di: Pirandello, Luigi. “Quaderni di Serafino Gubbio”; quaderno I, paragrafo II, pag 47.

DIZIONARIO: macchinameccanizzare;

In questo paragrafo emerge il concetto negativo che Pirandello ha verso il progresso tecnologico, dicendo che l'uomo è passato da inventore e dominatore delle macchine a schiavo di esse, concedendosi solo alla fabbricazione dei metalli che servono per costruire le macchine padrone ed abbandonando le antiche arti.

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