domenica 1 giugno 2014

L'UOMO SERVITORE DELLA MACCHINA

“Tutte le considerazioni da me fatte in principio sulla mia sorte miserabile e su quella di tanti altri condannati come me a non esser altro che una mano che gira una manovella, hanno per punto di partenza quest'uomo incontrato la prima sera del mio arrivo a Roma. Certamente ho potuto farle, perché anch'io mi sono ridotto a quest'ufficio di servitore d'una macchina; ma son venute dopo.”
(pag 62)


Questo sicuramente è un altro passo da dove si scorge questa idea negativa che si ha della macchina, che sembra riprendere le riflessioni di George Basalla secondo cui nel passaggio al mondo della meccanizzazione, non è più la macchina ad essere una protesi dell’uomo ma è l’uomo ad essere una protesi della macchina, in quanto essa lavora da sola e l’uomo deve provvedere solo a creare e controllare le condizioni giuste affinché il suo lavoro sia continuo e di qualità.

Nessun commento:

Posta un commento